martedì 26 luglio 2016

Mutui: tassi verso lo zero, eppure gli italiani non comprano più casa!



Mai come in questo periodo verrebbe agevole acquistare casa, con i tassi di mutuo ai minimi storici, Euribor e IRS allo 0,7% per un mutuo in 20 anni il che significa che per un mutuo di 120.000 euro a fronte di un acquisto di un immobile di 200.000 euro con una durata di 20 anni il tasso richiesto si assesta all'1,5% variabile e 1% a tasso fisso. Dunque una situazione paradisiaca eppure…



Eppure non si acquistano case, eppure non si stipulano nuovi mutui, infatti, dopo il fragore del mese di aprile scorso quando si assistette  
 
ad un aumento di stipule pari al 9%, dopo il calo del mese di maggio dove l'aumento era di solo il 3% assistiamo nello scorso mese di giugno ad un -5% il che significa essere tornati al trend negativo che sta vanificando quella positività dei mesi scorsi. Tutto ciò va ad incidere pesantemente sulle vendite di immobili che perdono valore in modo esponenziale al punto che gli immobili ad uso residenziale nel secondo trimestre di quest'anno hanno fatto perdere valore alle case con un calo del 4,2% dopo aver registrato un -2,4% sull’intero 2015 vs il 2014Analizzando le diverse tipologie di immobili residenziali, nel secondo trimestre 2016 il prezzo/mq per gli immobili usati registra una contrazione piuttosto consistente, pari a-5,9%, mentre il prezzo/mq dei nuovi immobili subisce una riduzione minore, pari a -1,3%.
Queste le più significative evidenze che emergono dalla nuova edizione della Bussola Mutui, il bollettino trimestrale firmato CRIF e MutuiSupermarket.it che offre una panoramica aggiornata e completa delle tendenze in atto nel mercato italiano dei mutui residenziali e immobiliare.

Questi dati dimostrano che la crisi in Italia non è per nulla finita, che non esiste alcuna ripresa degna di questo nome, lo dimostra il fatto che mai come adesso le case hanno prezzi di vero affare, ma non ci sono i soldi per comprarle, non ci sono i soldi per sostenere le rate dei mutui e gli italiani, nel clima di incertezza che li pervade, hanno pure timore di perdere col tempo la capacità di rimborso, perché ad esempio, potrebbero nel frattempo perdere il lavoro e si tende ad evitare di indebitarsi nel breve lungo termine. C'è anche da dire che quel clima di festa che ha accompagnato i primi mesi dell'anno di fronte all'abbassamento dei tassi di interesse e che ha portato in positivo la richiesta di nuovi mutui, come visto, era fallace e dimostra una paralisi del sistema creditizio in Italia. Infatti, assistere ad un aumento dell'erogato del 4% non può essere salutato come un'apertura delle banche nella concessione del credito, se solo pensiamo che dall'inizio della crisi economica in Italia, le banche hanno di fatto serrato i rubinetti del credito fino ad azzerare del tutto l'elargizione di finanziamenti e mutui e, dunque, un aumento del 4% e già di per se del tutto insignificante, figurarsi quando l'elargizione di mutui è di segno meno.
Giuliano
Fonte: Help Consumatori



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