Mai
come in questo periodo verrebbe agevole acquistare casa, con i tassi
di mutuo ai minimi storici, Euribor e IRS allo 0,7% per un mutuo in
20 anni il che significa che per un mutuo di 120.000 euro a fronte di
un acquisto di un immobile di 200.000 euro con una durata di 20 anni
il tasso richiesto si assesta all'1,5% variabile e 1% a tasso fisso.
Dunque una situazione paradisiaca eppure…
Eppure
non si acquistano case, eppure non si stipulano nuovi mutui,
infatti,
dopo il fragore del mese di aprile scorso quando si assistette
ad un aumento di stipule pari al 9%, dopo il calo del mese di maggio
dove l'aumento era di solo il 3% assistiamo nello scorso mese di
giugno ad un -5% il che significa essere tornati al trend negativo
che sta vanificando quella positività dei mesi scorsi. Tutto ciò va
ad incidere pesantemente sulle vendite di immobili che perdono valore
in modo esponenziale al punto che gli immobili ad uso residenziale
nel secondo trimestre di quest'anno hanno fatto perdere valore alle
case con un calo del 4,2% dopo aver registrato un -2,4% sull’intero
2015 vs il 2014Analizzando
le diverse tipologie di immobili residenziali, nel secondo trimestre
2016 il prezzo/mq per gli immobili usati registra una contrazione
piuttosto consistente, pari a-5,9%, mentre il prezzo/mq dei nuovi
immobili subisce una riduzione minore, pari a -1,3%.
Queste
le più significative evidenze che emergono dalla nuova edizione
della Bussola Mutui, il bollettino trimestrale firmato CRIF e
MutuiSupermarket.it che
offre una panoramica aggiornata e completa delle tendenze in atto nel
mercato italiano dei mutui residenziali e immobiliare.
Questi
dati dimostrano che la crisi in Italia non è per nulla finita, che
non esiste alcuna ripresa degna di questo nome, lo dimostra il fatto
che mai come adesso le case hanno prezzi di vero affare, ma non ci
sono i soldi per comprarle, non ci sono i soldi per sostenere le rate
dei mutui e gli italiani, nel clima di incertezza che li pervade,
hanno pure timore di perdere col tempo la capacità di rimborso,
perché ad
esempio, potrebbero
nel
frattempo
perdere il lavoro e
si tende ad evitare di
indebitarsi nel breve lungo termine. C'è anche da dire che quel
clima di festa che ha accompagnato i primi mesi dell'anno di fronte
all'abbassamento dei tassi di interesse e che ha portato in positivo
la richiesta di nuovi mutui, come visto, era fallace e dimostra una
paralisi del sistema creditizio in Italia. Infatti,
assistere
ad un aumento dell'erogato del 4% non può
essere salutato come un'apertura
delle banche nella concessione del credito, se solo pensiamo che
dall'inizio della crisi economica in Italia, le banche hanno di fatto
serrato i rubinetti del credito fino ad azzerare del tutto
l'elargizione di finanziamenti e mutui e, dunque, un aumento del 4% e
già di per se del tutto insignificante, figurarsi
quando l'elargizione
di mutui
è di segno meno.
Giuliano
Fonte:
Help Consumatori
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