Avete
litigato con vostra moglie? Vi ha fatto perdere la pazienza ed in uno
stato di ira ritenete giusto reagire all'angheria subita “toccandola”
nel suo borsellino, ad esempio, privandola del
bancomat? Brutta cosa
e sopratutto pessima pensata. Questa azione non vi sarà solo
rinfacciata dal vostro coniuge, ma addirittura ne risponderete
davanti
al Giudice, visto che una tale condotta si profila nel reato di
maltrattamenti in famiglia.
fisiche e alle corse al Pronto Soccorso. Tutte azioni queste
deprecabilissime da parte del coniuge che
ci fanno dubitare del grado di civiltà di chi si macchia di questi gesti.
Ma alla voce maltrattamenti rientrano anche quelle azioni che
finiscono
per ledere i bisogni e dunque la dignità del coniuge più debole
economicamente, spesso la moglie. L'articolo che contempla questa
possibilità è il 572 del Codice Penale che per la verità non cita
la sottrazione del bancomat da parte del marito, ma enuncia diverse
violazioni di natura penale cui incorre il coniuge che maltratti
l'altro. Ma una lettura più attenta dell'articolo chiarisce bene che
la sottrazione del bancomat si risolve nella pratica, nella
privazione da parte del marito di mezzi si sostentamento per la
famiglia in generale e dunque privando il nucleo
familiare persino dell'indispensabile quando impossibilitato, ad
esempio, a fare la spesa. E non è sufficiente da parte del marito
sostenere di aver provveduto alla famiglia perché ha fatto ad esempio esso
stesso la spesa, il ritiro del bancomat lede la dignità
personale della donna e rende persino poco tollerabile la convivenza
anche perché è
ritenuto arbitrario da parte del marito requisire uno strumento di
spesa come, appunto, il bancomat.
Ma
se ancora non bastasse l'interpretazione dell'articolo 572 del codice
penale, ecco una recentissima Sentenza della Corte di Cassazione che
in qualche modo amplifica quanto previsto nel richiamato articolo.
Con Sentenza n. 18937 del 6 maggio 2016, la Corte Suprema, citando un
caso giurisprudenziale, inseriva nei maltrattamenti in famiglia non
solo le violenze, oltretutto punite anche a parte, non solo le
lesioni, non solo
le sopraffazioni e le angherie generiche,
ma ha ritenuto grave prevaricazione
anche la sottrazione del bancomat da parte del marito nei confronti
della moglie, così come l'impossibilità per quest'ultima di poter
disporre del conto corrente fino a quel momento gestito dalla coppia.
Per
i Giudici tali condotte ledono
infatti
gravemente
il rispetto della propria famiglia e
chi le mette in pratica ne patisce le conseguenze di natura penale.
Attenzione
dunque mariti focosi, non rispondete di getto a qualche momento di
ira, men che meno, requisendo il bancomat a vostra moglie, se
lo fate, verrete presto chiamati in giudizio.
Giuliano
Nessun commento:
Posta un commento