martedì 22 settembre 2015

Prestiti: su 10 richieste, sette provengono da uomini e solo tre da donne








A parità di condizioni, le richieste di prestiti che arrivano alle banche dalle donne sono pari solo al 32% e gli importi concessi sono più bassi. Niente “quote rosa” dunque per i prestiti in banca, dove la differenza di genere pesa non solo nelle richieste ma anche negli importi dei finanziamenti, che per le donne sono più bassi di circa 2 mila euro. Sono però simili le caratteristiche di chi richiede l’accesso al credito: la differenza sembra stare tutta nel fatto che la retribuzione del lavoro femminile è in media più bassa di circa 400 euro rispetto a quella maschile. Questi i risultati cui è giunta una ricerca dell’Osservatorio Supermoney, siti di comparazione online, che ha analizzato le richieste di finanziamento pervenute al portale da gennaio 2014 a oggi.




I numeri parlano chiaro: su 10 italiani che chiedono un prestito solo 3 sono donne. Gli uomini sono il 68% del totale e richiedono importi più alti dell’11%, ovvero 17 mila euro contro i 15 mila delle donne. Spiega l’Osservatorio: “Del resto, se non ci sono pari opportunità nell’accesso al credito forse è anche perché le donne guadagnano meno. Come recentemente dimostrato anche da Bankitalia, infatti, le retribuzioni delle lavoratrici sono più basse di quelle dei loro colleghi a parità di qualifica: circa 1.400 euro contro 1.800 al mese”.


Se infatti non si considera il genere, l’identikit di chi chiede credito è omogeneo: non c’è differenza per l’età media, che si attesta sui 50 anni sia per gli uomini che per le donne, e non incide nemmeno la provenienza geografica. Fra Nord, Sud e Centro Italia i dati non mostrano variazioni significative, se non per i picchi registrati in Basilicata, dove gli uomini chiedono gli importi più alti (27.268 euro) e in Valle d’Aosta, dove le donne si accontentano di quelli più bassi (8.800 euro). Uomini e donne cercano finanziamenti anche per le stesse finalità, ovvero per disporre di una maggiore liquidità, per ristrutturare casa (con la complicità degli ecobonus) e per l’acquisto dell’auto.

A penalizzare le donne rispetto agli uomini potrebbero essere dunque proprio quei 400 euro in meno in busta paga. “La nostra indagine dimostra che c’è ancora molto da fare nel nostro Paese per raggiungere la piena parità fra uomini e donne – commenta Andrea Manfredi, Amministratore Delegato di SuperMoney – Tuttavia, la maggiore difficoltà nell’accesso al credito non è un peccato originale del sistema bancario, semmai la spiacevole conseguenza del diverso regime di retribuzione dei lavoratori e delle lavoratrici. È importante, comunque, che gli istituti di credito svolgano il loro ruolo nell’accompagnare le donne nel loro sviluppo professionale. Penso non solo al credito al consumo, ma a tutti i finanziamenti dedicati all’apertura di un’azienda e alle iniziative per il microcredito. Anche da queste passerà necessariamente il rilancio della nostra economia”.
Ufficio Stampa Help Consumatori



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