E’ un’alternativa alla nuda proprietà, ma non comporta la perdita della
proprietà dell’immobile: stiamo parlando del prestito ipotecario vitalizio. La novità
consiste nella possibilità per i proprietari di casa con più di 60 anni di
stipulare un contratto con una banca o finanziaria per un finanziamento
garantito dall’ipoteca iscritta sulla casa. Il provvedimento recepisce le
proposte avanzate da Abi e le Associazioni dei Consumatori e potrebbe
interessare una platea di 12 milioni di italiani.
Il finanziamento erogato è pari a una parte del valore di mercato
della casa, stabilito con una perizia, e può essere speso per le esigenze dei
proprietari (consumi o spese rilevanti, integrazione del proprio
reddito) senza che i proprietari debbano lasciare l’abitazione.
L’Abi esprime soddisfazione per il provvedimento adottato che apre
“una nuova opportunità sul mercato per sostenere il livello del reddito dei
pensionati, assicurando il mantenimento della proprietà ed il possesso
del bene immobile; uno strumento alternativo alla “nuda proprietà” con il forte
vantaggio di non comportare la perdita della proprietà dell’immobile”.
Già a fine 2013, dopo un lungo confronto, Abi e Associazioni dei
Consumatori (Acu, Adiconsum, Adoc, Asso-Consum, Assoutenti, Cittadinanzattiva,
Confconsumatori, Federconsumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del
Cittadino e Unione Nazionale Consumatori) hanno firmato un “Protocollo d’intesa
sui principi per l’offerta del prestito ipotecario vitalizio”, definendo
alcuni principi cui tener conto in sede di offerta del prestito in questione,
con il duplice fine di rafforzare la tutela dei consumatori e di assicurare
loro una scelta sempre più consapevole nell’ambito di un mercato concorrenziale
che da queste misure può trarre benefici per la sua crescita in termini di
efficienza e di efficacia.
La potenziale platea dei beneficiari di questo strumento di accesso
al credito in Italia è di 12 milioni di persone con più di 65 anni,
che detengono una notevole parte del patrimonio immobiliare a fronte di una
limitata capacità di spesa causata da bassi redditi da pensione.
Più nel merito, Abi e Associazioni dei consumatori hanno elaborato 4
principi utili anche per contribuire ad un ordinato sviluppo di questo nuovo
segmento di mercato:
- “Quota massima di rimborso del credito”: il valore del debito da rimborsare non può essere superiore al valore ricavato dalla vendita dell’immobile in garanzia. In questo modo si eviterà che il mutuatario lasci agli eredi un importo da restituire superiore a quello ricavabile dalla eventuale vendita della proprietà ipotecata;
- “Garanzia da Co-intestazione”: il principio richiama l’attenzione sull’opportunità che entrambi i coniugi sottoscrivano il contratto (anche nel caso che l’immobile sia di proprietà di uno solo dei due) a tutela del coniuge più longevo;
- “Prospetto di maturazione degli interessi”: nell’ottica di assicurare una maggiore comprensione e consapevolezza da parte del consumatore in merito alle caratteristiche del finanziamento è fornito al mutuatario un prospetto di maturazione degli interessi con una durata di almeno 10 anni;
- “Periodo di riflessione a favore degli eredi”: il principio si fonda sul prevedere un significativo periodo di riflessione a favore degli eredi per la gestione della vendita dell’immobile al verificarsi dell’evento che comporta il rimborso degli importi dovuti per il prestito. Questa soluzione ha l’indubbio vantaggio di consentire agli eredi di poter scegliere con la dovuta attenzione se provvedere al rimborso del predetto prestito o gestire direttamente la vendita dell’immobile.
Abi e Consumatori auspicano, ora, un iter veloce per l’approvazione
definitiva della regolamentazione in materia.
Ufficio Stampa Help Consumatori
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